Lisa Botti ha soltanto quarant’anni, ma ha già vissuto molte vite. Esperienze che l’hanno segnata e che a un certo punto, come per incanto, le hanno fatto capire quale fosse l’ingranaggio magico della sua esistenza: la cucina. Una passione che sente come un’urgenza emotiva e che riversa nel Piccinino, locale lungo la via Aurelia a Castiglioncello dove andare a cena non è tanto sedersi e mangiare, ma vivere un’avventura unica alla scoperta di piatti spesso inusuali, pensati e preparati con amore, fantasia e sapienza.
“Questo è un ristorante piccolo – spiega – al chiuso. Due anni di Covid ci hanno messo a dura prova. Non solo siamo rimasti chiusi quando lo ha deciso lo Stato, ma anche l’apertura dell’estate 2021 ci ha penalizzato perché le persone hanno continuato ad avere paura di mangiare al chiuso e in spazi ridotti”. Il mondo di Lisa è crollato sotto il peso di tasse, bollette e spese che la pandemia non ha congelato. Ma lei non è donna che si dà per vinta, per capirlo basta guardare la determinazione nei suoi grandi occhi neri.
Lisa confida nell’estate 2022, la stagione della riapertura post Covid e dei sorrisi senza mascherine. “Io credo che nella vita – dice – i progetti si debbano portare avanti con emozione e passione. Questi due anni hanno messo in ginocchio il locale, ma io ci sono e non ho perso tutto. Mi resta la cosa più importante: la passione sconfinata per il mio lavoro e per questo ristorante. Ringrazio i miei figli che, nonostante le difficoltà, mi si sono stretti intorno e prendono parte a questa mia battaglia per salvare Il Piccinino”. E un immenso ringraziamento, Lisa lo rivolge anche al suo compagno, Angelo Liuzzi, cuoco da quando aveva 19 anni ma anche fotografo e maestro di asilo. A lungo Angelo ha, infatti, gestito cucine importanti in vari ristoranti di Pisa e da due anni condivide con lei la cucina del Piccinino. “Non è soltanto l’uomo della mia vita – ci tiene a dire –, ma una persona che mi ha preso per mano. Due anni fa c’è stato un momento in cui volevo chiudere questo locale, ma lui ha creduto in me e nella mia causa, quella di portare avanti il ristorante. Angelo ha salvato me e il mio locale”. Il Piccinino oggi è l’impegno di Lisa e Angelo: “Le nostre quattro mani sono nella cucina del Piccinino a continuare una storia che senza di lui si sarebbe interrotta”.
Così anche questa estate, come è solita fare da quando ha cominciato a fare la cuoca, al termine del servizio serale Lisa si mette seduta da sola a un tavolo del suo ristorante. Prende un taccuino e una penna e comincia a pensare, qualche volta socchiude gli occhi e si lascia trasportare da un’onda ispiratrice. Dopo un po’, con quell’irruenza emotiva che è uno dei tratti distintivi del suo carattere, butta giù il menu e la lista della spesa per il giorno successivo. Pochi alimenti, sempre di stagione, che Lisa abbina nella sua mente come fossero piccoli tasselli di un disegno culinario perfetto. Il risultato? Un menu che varia ogni settimana, proponendo primi e secondi vegetariani o piatti di pesce e verdure. Impossibile descrivere a parole quanto il palato possa apprezzare questi abbinamenti di sapori. D’altronde il suo percorso per arrivare ai fornelli del Piccinino viene da lontano.
Nata a Torino, Lisa per vari anni ha girato il mondo per motivi di lavoro del padre. Sud America, Francia, Spagna e Libia sono alcune delle tappe della famiglia Botti. Contatti con persone e culture sempre diverse l’hanno resa cosmopolita e, soprattutto, sempre aperta a scoprire nuovi accostamenti anche sul piano culinario. “Oggi per me è importante – racconta – avere un luogo che sento come casa, ma non mi riconosco in un’unica cultura: mi piace mischiare i sapori di vari Paesi e accogliere nel mio locale persone di tutto il mondo”.
L’esperienza di Lisa nel mondo della ristorazione è cominciata quando era ancora minorenne. “A14 anni – ricorda – ho cominciato a fare la barista e la cameriera in pub e locali in Piemonte, dove la mia famiglia viveva in quel periodo”. A 19 anni il desiderio di tornare sulla costa, davanti al mare. “Babbo è originario di Rosignano – spiega – e qui io ho vissuto da bambina con la mia famiglia. Ho scelto di tornare e nel 2001 ho continuato il mio lavoro di cameriera al ristorante La stazione Castiglioncello, che in quel periodo aveva una gestione diversa dall’attuale”. Lisa faceva la cameriera, non aveva ancora scoperto la sua capacità di essere cuoca. “È vero che fin da piccola – racconta – la cosa che più mi piaceva fare con la famiglia e che consideravo un regalo era andare a mangiare al ristorante. Ed è vero anche che mia mamma cucina benissimo e ci ha insegnato a conoscere e abbinare i sapori. Ma nella mia mente non avevo intenzione di diventare cuoca”. È approdata ai fornelli per caso, o forse è meglio dire per merito del destino, che al contrario di lei aveva perfettamente intuito le sue potenzialità.
“Nel 2007 alla Stazione andarono via due persone dalla cucina – ricorda Lisa – e una collega e amica, che più volte mi aveva visto in casa mentre preparavo il pranzo per i miei figli, mi chiamò e mi disse se volevo fare un’esperienza diversa. Ricordo la prima volta in cui ho maneggiato gli ingredienti per preparare un piatto al ristorante: ho preso una seppia e ho sentito un’emozione che non si può descrivere a parole, e che non è più passata”. Lisa ha lavorato alla Stazione Castiglioncello fino al 2009, poi il ristorante ha chiuso e lei nel frattempo ha partorito il suo terzo figlio. Nell’estate 2010 l’ex gestore della Stazione apre il ristorante Sette tavoli a Rosignano Marittimo, dove Lisa lavora fino alla chiusura inaspettata nel gennaio del 2014. “Quella chiusura così improvvisa – dice Botti – mi ha dato un senso di vuoto assoluto. Ho cominciato a portare curriculum in giro e in un ristorante della zona, forse pensando fossi giovane e inesperta, mi hanno scambiato per una bimbetta che si spacciava per cuoca. A quel punto, dopo anni di esperienza e sacrifici in cucina, mi sono detta che non volevo più lavorare per gli altri. Avrei aperto un posto mio”.
La scelta del fondo è arrivata come un altro segno del destino. “Stavo girando in auto sotto una pioggia sottile – ricorda Lisa – Ho parcheggiato lungo la via Aurelia a Castiglioncello e lo sguardo è scivolato su un cartello “affittasi”, che era già da tempo sistemato sulle vetrine di questo spazio. In pochi minuti la mia mente ha visualizzato il mio ristorante. Pochi giorni dopo avevo affittato il fondo e nel luglio del 2014, dopo averlo completamente ristrutturato, ho aperto il locale”. Un ristorante di cui Lisa parla come di una sua creatura: “Ho scelto il nome Piccinino perché è così che ho chiamato sempre i miei tre figli quando erano piccoli: i miei piccinini. E questo ristorante è il mio quarto figlio, il mio Piccinino”. Il locale, grazie alle indubbie capacità di Lisa e del suo staff, ha raccolto i consensi dei clienti ed è andato bene fino all’esplodere della pandemia, i cui effetti si sono abbattuti come una mannaia sui piccoli locali. Ma l’obiettivo di Lisa è che il suo ristorante, il cui logo è una barchetta fra le onde, riesca a superare questa tempesta. “Il mio Piccinino – termina – deve tornare a navigare, ed essere portatore di una storia di passione e resistenza”.
Per informazioni: www.ilpiccinino.it; telefono 0586-373089; Fb: Il Piccinino