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Ripopolare il mare e salvare i coralli, presentato in Comune il monitoraggio per le Secche di Vada

Ripopolare il mare e salvare i coralli, presentato in Comune il monitoraggio per le Secche di Vada

Ripopolare di pesci il mare antistante Vada, attraverso un divieto di pesca a rotazione, e creare zone di rispetto per garantire la sopravvivenza dei coralli. Queste alcune delle proposte emerse a seguito del monitoraggio del coralligeno nella zona delle Secche di Vada. Un percorso ideato a fine 2021, poi presentato alla Fondazione Project Aware che si occupa di salvaguardia e protezione degli oceani e ha riconosciuto un cofinanziamento per lo sviluppo delle attività.

Nei giorni scorsi gli assessori Alice Prinetti e Vincenzo Brogi hanno incontrato Ugo Nesti, biologo marino e presidente dell’associazione 7Perle ASD centro Padi 5stelle IDC, e Simone Cai, responsabile del Cala del Riccio Diving Center. Proprio queste due realtà si sono occupate di ideare e portare a termine il monitoraggio.

Come fa presente il Comune in una nota stampa, “il sistema di studio adottato è stato di tipo non invasivo, usando cornici 50 x 50 per delimitarne le zone da fotografare e in un secondo momento da analizzare. Inoltre, è stato adottato il protocollo Visual Census Mpa-Engage, usato come raccolta dati nelle aree marine protette”. Durante il periodo che va da febbraio 2022 a ottobre 2023 sono stati raccolti dati sia nelle Secche di Vada che lungo la costa del Romito a Livorno, così da avere una comparazione tra le aree a coralligeno e quelle delle praterie di posidonia.

Le problematiche evidenziate dal progetto, come la riduzione dei tassi di crescita del corallo, i problemi di limpidezza dell’acqua che porta anch’essa ad una riduzione della crescita dell’habitat e della biodiversità, derivano sia dai cambiamenti climatici, in primis con il riscaldamento del mare, sia dal cambio di correnti prevalenti, ma anche dalla mano dell’uomo. Di seguito una panoramica dei risultati del monitoraggio e l’indicazione di alcune possibili migliorie per garantire la sopravvivenza del coralligeno e il ripopolamento delle acque.

Una particolare problematica riguarda la pesca sportiva a traina (con barca in movimento e lenza a strascico) che taglia come un rasoio i rami di Corallo Rubrum, che sono presenti sui nostri fondali. Le stesse reti a strascico (pesca professionale) risalgono fino a pochi metri di profondità estirpando i banchi di posidonia. Altro problema evidente rilevato, sono gli ancoraggi nella prateria di posidonia, che causano lo scalzamento dei rizomi (i bulbi), provocando una reazione a catena: distacco dal sedimento, piante in balia delle mareggiate e di conseguenza una mancanza di protezione naturale agli avannotti.

“Nonostante i problemi rilevati – si legge ancora nella nota stampa del Comune – la zona presa in oggetto di studio, risulta abbastanza buona come sviluppo sia di posidonia che di coralligeno. L’unica nota dolente è la mancanza di pesce: confrontando i dati raccolti con la zona delle scogliere del Romito, le Secche di Vada sono nettamente al di sotto della media“.

Così, i due soggetti promotori del progetto hanno avanzato alcune proposte:

  • Identificare zone di ripopolamento da tutelare e magari a rotazione, chiudere alla pesca sportiva/professionale per un periodo definito potrebbe essere la soluzione alle mancanze rilevate.
  • Istituire un campo boe con una zona di rispetto sulla piattaforma di basso fondale intorno al Faro di Vada.
  • Far rispettare distanze di pesca dalle scogliere di coralligeno, informandone accuratamente le associazioni di pesca sportiva e professionale.
  • Valutare un limite di velocità da comunicare alle imbarcazioni, coinvolgendo porti e porticcioli della costa. Di questa limitazione ne gioverebbe la fauna marina certamente: ma anche tutti i frequentatori nautici delle secche (diminuzione di onde e rumore).
  • Creare campagne di informazione allo scopo di diffondere regole e regolamenti sulla pesca dalla costa e in barca.

L’incontro è servito anche a concordare la possibilità di utilizzare i dati raccolti per arricchire la documentazione che il Comune di Rosignano sta redigendo per portare avanti la richiesta di inserimento delle Secche di Vada tra i Siti di Natura 2000. Inoltre, i responsabili dell’associazione 7Perle e di Cala Del Riccio hanno informato l’amministrazione che da tempo hanno avviato un dialogo con i soggetti del territorio che operano in ambiente marino, al fine di costituire un Comitato di tutela che possa dialogare, in rete, con i portatori d’interesse del territorio e essere interlocutore con le istituzioni.

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