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Già denunciato per stalking, continua a perseguitare una donna. Arrestato dagli agenti del commissariato di Rosignano

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Denunciato per stalking nei confronti di una donna, non ha rispettato il divieto di avvicinamento continuando a cercarla e a tentare di entrare in contatto con lei. Gli agenti del commissariato di Rosignano sono intervenuti. Per lui sono scattati gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.

A ricostruire l’accaduto è la Questura di Livorno, attraverso una nota stampa. La vicenda è iniziata quando la donna, angosciata da una serie di comportamenti molesti sul luogo di lavoro da parte di un 56enne, vista la situazione divenuta insostenibile e pericolosa, si è rivolta alla Polizia di Stato. “Gli uomini del commissariato di Rosignano Solvay – fa sapere la Questura – dopo una rapidissima attività d’indagine, hanno proceduto a segnalare alla Procura della Repubblica di Livorno la situazione, seguendo l’iter di massima urgenza che caratterizza il Codice Rosso“. L’uomo è stato quindi denunciato per il reato di atti persecutori (Stalking) e il Tribunale di Livorno ha emesso un divieto di avvicinamento, con applicazione del braccialetto elettronico. Il suo comportamento nei confronti della donna, però, è andato avanti.

La Questura fa sapere che “lo scorso fine settimana alla centrale operativa della Questura di Livorno, è pervenuto il segnale di allarme che segnalava l’avvicinamento dell’uomo alla donna, che si trovava sul luogo di lavoro. La segnalazione è stata inoltrata al Commissariato di Rosignano Solvay e gli agenti, subito intervenuti, lo hanno individuato a una cinquantina di metri di distanza dalla donna e proceduto al suo arresto in flagranza di reato. Accompagnato negli uffici del commissariato di Polizia, è stato portato al carcere di Livorno”.

Il giorno successivo, il giudice ha stabilito gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.  ” Va precisato – termina la nota stampa della Questura – che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole  l’indagato”.

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