La via che sembra più percorribile per ottenere manutenzione e valorizzazione di villa Celestina è quella di un acquisto da parte di privati, che dovendo rispettare previsioni e vincoli urbanistici attualmente vigenti non potrebbero variare la destinazione d’uso dell’edificio, ma utilizzarlo per avviare una serie di servizi legati alla ricettività turistica. Questa la constatazione del sindaco Daniele Donati, dopo che con un bando (ne ha dato notizia il quotidiano Il Tirreno, ndr) l’Agenzia del Demanio ha messo in vendita lo storico edificio in pineta Marradi a poco meno di due milioni di euro. “Non c’è il rischio – spiega Donati – che l’edificio possa essere trasformato in abitazione, dato che le norme non lo prevedono”.
A chi, anche attraverso i social, chiede al Comune un intervento diretto per arrivare all’acquisizione della villa, Donati spiega che i problemi che si aprono sono molti. “Lo scorso anno – prosegue – avevo proposto di far rientrare l’edificio in un percorso di federalismo culturale, certo doveva esserci anche la collaborazione della Regione e di vari altri soggetti. Invece nessuno ha mai avallato questa ipotesi né proposto progetti di riutilizzo pubblico che fossero ben strutturati e sostenibili a livello economico”. Ora, visto che di fatto villa Celestina è stata messa sul mercato, resta da capire se entro il 30 settembre (scadenza del bando dell’Agenzia del demanio) qualche privato si farà avanti.
In molti si domandano perché il Comune stesso non partecipi al bando facendo una proposta di acquisto dell’immobile in pineta Marradi. “Ammesso e non concesso che ciò sia possibile – dice ancora il sindaco – prima di tutto c’è da trovare almeno i due milioni di euro. E siccome l’amministrazione ha già fatto un piano di investimenti definito, bisognerebbe togliere risorse da altri interventi. Cosa facciamo, togliamo soldi al piano di asfaltature da 1 milione e 700mila euro? Oppure depenniamo o riduciamo il finanziamento da 3 milioni per la messa in sicurezza e ristrutturazione della scuola media Fattori? Non è possibile”.
Qualcuno, sempre sui social, fa notare che l’amministrazione rosignanese, volendo partecipare al bando per acquistare la villa, potrebbe chiedere all’Agenzia del Demanio una sorta di “sconto”, chiedendo la rivalutazione dell’investimento fatto nei primi anni Duemila (oltre 2,5 milioni di euro suddivisi tra ministero dell’Ambiente, Comune, Regione e Università di Pisa) per la riqualificazione che ha poi portato all’accordo di co-gestione con l’Ateneo pisano per l’apertura di un Centro di biologia marina. Una attività mai decollata realmente, tanto che cinque anni dopo l’Ateneo si è defilato dall’accordo e il Demanio ha voluto indietro le chiavi della villa. “Quei soldi – dice il sindaco – erano legati al progetto di ristrutturazione. Quella concessione è terminata, il Demanio ha ripreso l’edificio e non è possibile avanzare richieste di questo tipo“.
In molti, sempre attraverso i social, suggeriscono al Comune di farsi promotore di una sorta di crowdfunding, che permetterebbe di unire risorse dell’ente con “donazioni” fatte da residenti e turisti così da racimolare i due milioni per accaparrarsi villa Celestina. Il sindaco termina spiegando che, “un ente pubblico non può avviare azioni di questo tipo. Inoltre ripeto, oltre a trovare i fondi per un eventuale acquisto, si porrebbe il problema della gestione. Una volta comprato l’immobile servirebbe un progetto di gestione pubblica che mettesse insieme l’erogazione di servizi e la sostenibilità economica, ma altri enti chiamati in causa in passato non hanno mai mostrato interesse effettivo”.