Un progetto da realizzare per gradi quello proposto dal comitato di cittadini Ferro-Via, che si è ufficialmente costituito nei giorni scorsi. Si tratta di una idea di globale riqualificazione turistica ed economica della costa tra Vada e Castiglioncello che parte dall’ipotesi di un cambiamento strutturale per il territorio rosignanese: lo spostamento della linea ferroviaria nel tratto da Rosignano Solvay fino alla zona del Fortullino. Come? Attraverso l’interramento dei binari o il trasferimento della linea Tirrenica lungo i terreni a monte delle due frazioni costiere.
Chi sono i rappresentanti del comitato
Il comitato è composto da cittadini di Castiglioncello e Rosignano Solvay: Paolo Bini (presidente), Giuliano Carli (segretario), Andrea Valentini, Claudio Gasparoni, Giacomo Cantini, Renzo Pardini (ideatore e presidente emerito), Claudio Marabotti, Enrico Colombaioni, Fabio Sicuro, Michela Bordoni e Martina Biagi (cofondatrici con Pardini). Tra l’altro il gruppo non ha perso tempo, dato che la mattina di giovedì 6 ottobre c’è stato un primo confronto con l’amministrazione comunale: “Abbiamo incontrato il sindaco e l’assessore al turismo – spiega Pardini, che insieme a Gasparoni è stato ricevuto in Comune – e siamo molto soddisfatti della disponibilità emersa. Il sindaco, infatti, ha detto che si attiverà con l’assessore regionale alle infrastrutture Baccelli per promuovere un confronto tra Regione Toscana, Comune e comitato Ferro-Via. Un incontro di cui, nel luglio scorso, già abbiamo parlato con rappresentanti dello staff dello stesso assessore”.
Il progetto: sviluppare le potenzialità del territorio
Tutto deriva da una idea condivisa da parte dei rappresentanti del comitato. “Viene spontaneo pensare – spiega Pardini – a come potrebbero essere la baia del Quercetano e l’intero centro abitato di Rosignano Solvay senza i binari ferroviari. Si potrebbe davvero valorizzare la costa e anche l’entroterra collinare, che è davvero bello e piacevole; per non parlare della vicinanza con le città d’arte. Insomma questo territorio potrebbe diventare uno snodo fondamentale, attirando turismo di qualità e creando occupazione”. Una rivoluzione urbanistica, quella progettata dal comitato, che porterebbe a un rilancio delle caratteristiche naturali del territorio e anche ad attrarre investimenti. “Non è soltanto un discorso estetico – dice Bordoni -, che comunque è fondamentale; ci è venuto naturale pensare alle infinite possibilità che avrebbe questa zona se i binari fossero collocati altrove“.
Motivazioni e premessa inserite nel progetto del comitato Ferro-Via
Quattro ipotesi per spostare la ferrovia
Il comitato, il cui primo obiettivo è lo spostamento della linea Tirrenica, ha elaborato quattro proposte. Come spiega Pardini, le prime due idee progettuali hanno una linea comune che poi si diparte in due soluzioni diverse.
Ecco che le prime due proposte prevedono di “interrare i binari a monte di Vada, prima dell’inizio di Rosignano Solvay, fino a Caletta. Qui, nella zona H5, potrebbe essere realizzata una stazione ferroviaria sotterranea a servizio di Castiglioncello e Rosignano Solvay. A quel punto i binari potrebbero riemergere e transitare nei terreni alle spalle di Castiglioncello seguendo indicativamente il tracciato della variante Aurelia (proposta 1), oppure proseguire sottoterra fino alla zona del Fortullino (proposta 2)“.
Vista la difficoltà, e l’innegabile investimento economico necessario per interrare la ferrovia, il comitato ha messo a punto altre due ipotesi per liberare il territorio dai binari. “Già dalla stazione di Vada – spiega Pardini – potrebbe essere realizzata una linea nelle campagne a monte dei centri abitati, in parte interrata e in parte fuori terra, anche questa fino al Fortullino (proposta 3). In ultima analisi, se Ferrovie dello Stato realizzasse davvero una linea di alta velocità Pisa-Vada, si potrebbe pensare di spostare la linea ferroviaria ordinaria a lato di quella ad alta velocità, raccordandola poi con i paesi presenti in questo tratto di costa (proposta 4)”.
Pardini e gli altri rappresentanti del comitato sottolineano come “spostare il tracciato ferroviario aprirebbe scenari inimmaginabili per la riqualificazione urbanistica della zona e gli investimenti economici di qualità”.
Una prima stima dei costi
Il comitato, che ha elaborato un progetto di massima e già dall’estate 2021 lo ha sottoposto all’ente regionale, ha calcolato che per interrare il percorso della ferrovia siano necessari circa 100 milioni di euro. “Una cifra che scenderebbe in modo sostanziale – termina Pardini – nel caso in cui invece non si interrassero i binari ma si spostassero nell’entroterra a monte dei centri abitati”.
Alcune immagini esplicative inserite nel progetto del comitato