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“Aggravio sul pronto soccorso e rischi per le patologie tempo dipendenti”, i dubbi del sindaco Donati sul nuovo modello regionale di emergenza-urgenza

una ambulanza dellla pubblica assistenza durante un soccorso • TUTTIGIORNI

“Con l’intento di razionalizzare un sistema si rischia di andare ad aumentare i carichi delle strutture di pronto soccorso, che in molti casi sono già notevolmente provati anche dalla carenza di medici”. Con queste parole Daniele Donati, sindaco di Rosignano Marittimo, spiega che la riorganizzazione del sistema territoriale di emergenza-urgenza è un tema da affrontare con grande attenzione, “in modo da adattarlo alle effettive caratteristiche dei singoli territori”.

A lanciare l’allarme riguardo alla riorganizzazione dei trasporti sanitari nei casi di emergenza è stato nei giorni scorsi Nicola Di Paco, presidente Anpas della provincia di Livorno. Il modello ipotizzato dalla Regione Toscana è basato principalmente sull’introduzione di auto-mediche (medico, infermiere e autista-soccorritore) che andrebbero a sostituire quasi completamente le attuali ambulanze con medico a bordo. Una razionalizzazione che Di Paco considera azzardata, soprattutto dal punto di vista numerico: “Nella nostra zona – ha chiarito Di Paco nei giorni scorsi – da Livorno all’Elba, sono attive otto ambulanze con medico. La riforma come prospettata finora porterebbe a quattro auto mediche, Una quantità insufficiente per garantire la sicurezza dei residenti e delle migliaia di tu5risti che nei mesi estivi arrivano sulla costa”.

Donati conosce bene il settore dell’emergenza essendo volontario della Pubblica assistenza da molti anni e avendo ricoperto anche il ruolo di presidente dell’associazione rosignanese: “A inizio estate – spiega il sindaco – ho parlato con l’assessore Bezzini – (in giunta regionale con delega alla sanità, ndr) – chiedendo di non applicare un modello in modo asettico, perché ogni territorio ha determinate peculiarità da valutare. L’assessore ha preso l’impegno, per settembre, di fare un punto con tutti i soggetti interessati a questa riorganizzazione, a partire da sindaci e associazioni di volontariato, per costruire insieme una ipotesi di riorganizzazione”.

Il sindaco di Rosignano non nega le sue preoccupazioni relative al modello di emergenza-urgenza che la Regione sembra voglia avviare in tempi stretti. “Non sono assolutamente sfavorevole – sottolinea – all’introduzione dell’infermiere nella rete dell’emergenza, ma è chiaro che l’infermiere non potendo fare diagnosi di patologie potrebbe tendere ad applicare dei protocolli standard inviando i pazienti in pronto soccorso. Questo, chiaramente, comporterebbe un aggravio per la rete dei pronto soccorso, che lavorano già in affanno anche a causa della difficoltà generalizzata a reperire i medici”.

Un altro aspetto che secondo Donati è da valutare con attenzione prima di avviare una riorganizzazione dell’emergenza-urgenza è “quello delle patologie tempo dipendenti come ictus, infarti e traumi molto gravi. C’è da capire se nella zona i termini del nuovo modello possono garantire ai cittadini con questi problemi di essere raggiunti e presi in carico nei tempi previsti. Proprio per questo il sindaco sostiene la “riorganizzazione non più essere calata sui territori senza valutare i singoli casi. Un conto è applicare il modello nelle grandi città dove la distanza dal pronto soccorso è relativa, altra cosa è applicarlo identico nelle zone periferiche e più distanti dagli ospedali”.

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