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Quel “gesto normale” che completa il cerchio della vita, l’Avis Rosignano si racconta nelle esperienze di storici soci e donatrici giovanissime

uavis rosignano • TUTTIGIORNI

Se ho scelto di donare è perché qualcuno lo ha fatto prima di me e grazie a questo gesto ha aiutato concretamente un altro essere umano”. Nelle parole di Grazia Bagnoli, che con i suoi 18 anni compiuti da pochi mesi è la più giovane donatrice dell’Avis di Rosignano Marittimo, è racchiuso il senso più vero dell’associazione. Con lei, a voler testimoniare l’importanza del donare sangue e plasma, c’è Serena Anicito che ha 22 anni. Sono loro, ragazze con l’idea della solidarietà ben radicata nell’anima, le donatrici più giovani dell’Avis. Si sono iscritte a fine 2022 , facendo salire a 535 il totale dei donatori (561 sono i soci). Numeri in continuo aumento, quelli dell’Avis, che al 19 aprile scorso aveva già registrato 301 donazioni. “Alla stessa data del 2022 – spiega il vicepresidente Fabio Mangoni – erano state 261, c’è un incremento continuo e ne siamo felici.”

“Io ho sempre voluto essere una donatrice – racconta Serena, rosignanese che al momento lavora come promoter –, vengo da una famiglia di donatori e poi ho seguito con interesse e partecipazione gli incontri che Avis ha organizzato a scola quando facevo le superiori. Purtroppo quando ho compiuto 18 anni avevo qualche problema di salute, così ho dovuto rimandare la prima donazione”. Da fine 2022 Serena è socia attiva di Avis e ne è felicissima. “Ho sempre pensato – dice Serena, che è anche volontaria della Pubblica assistenza Rosignano e del Casm – che se tutti al mondo donassero almeno una volta, non ci sarebbe più il problema della carenza di sangue. Io credo che tutti dovremmo pensare che la vita è come un cerchio, ciò che di bello e gentile facciamo per gli altri di certo tornerà indietro e ci regalerà bellezza e gentilezza”.

grazia bagnoli e serena anicito • TUTTIGIORNI
Grazia Bagnoli e Serena Anicito

Anche Grazia, che abita a Rosignano Solvay e frequenta l’ultimo anno del liceo Fermi di Cecina, è convinta della scelta di avere una parte attiva all’interno di Avis. “In passato – ricorda – qualcuno della mia famiglia ha avuto necessità di sangue, e questo mi ha fatto comprendere quanto la donazione fosse un gesto importante. Ho ascoltato le spiegazioni dei soci quando Avis è venuta a presentarsi nella mia scuola e mi sono convinta ancora di più che fosse giusto donare sangue. Ora sprono i miei compagni di classe e gli amici a non avere paura e a mostrare in modo concreto la solidarietà verso gli altri“.

Insieme a Grazie e Serena, che hanno fatto nelle scorse settimane la loro prima donazione, c’è Giuseppe Vetro, che è socio attivo di Avis dal 2006 e ha “collezionato” 118 donazioni (25 di sangue e 93 di plasma). Racconta che per lui “donare è un gesto normale, che fa parte della vita di tutti i giorni”. Forse è proprio in questa spontaneità di Giuseppe che si concentra il credo più profondo di chi diventa socio Avis. “Ho cominciato tardi – spiega Vetro -, avevo 36 anni e ho conosciuto l’associazione parlando con amici. Ho deciso di iniziare anche io e mi sono iscritto ad Avis e Admo, poi qualche anno dopo ho ascoltato più volte Federico Finozzi, un ragazzo trapiantato che dava la carica a chiunque lo ascoltasse, e mi sono convinto ancora di più della mia scelta. Tra l’altro colgo l’occasione di ringraziare l’azienda per cui lavoro, l’Asa, che si è sempre dimostrata disponibile concedendo i permessi previsti per la donazione”.

giuseppe vetro • TUTTIGIORNI
Giuseppe Vetro

Mentre i soci parlano delle loro esperienze, Fabio Rosi sorride. È il presidente di Avis Rosignano e per lui quello che conta davvero “è creare una catena umana di condivisione, per creare solidarietà concreta e magari coinvolgere i più giovani nelle attività organizzative dell’associazione, così da poter dare in futuro un ricambio al consiglio direttivo”.

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