La lista civica Rosignano nel Cuore, attraverso una nota stampa, critica il progetto “La piccola città sul mare”, percorso di rigenerazione urbana dell’area lato mare di Rosignano Solvay (tra il Lillatro e Caletta) il cui studio è stato affidato all’Università di Firenze e che l’amministrazione ha presentato nei giorni scorsi, dopo una serie di incontri partecipativi che si sono susseguiti negli ultimi due anni. “Questo studio – si legge nel comunicato stampa di RnC – assegnato dall’amministrazione alla Facoltà di Architettura di Firenze e costato 130mila euro di soldi pubblici, doveva progettare la rigenerazione della zona urbana costiera che va da Caletta sino al Lillatro. Il malinconico esito di venerdì rispecchia perfettamente il basso profilo dell’iniziativa”.
RnC sottolinea che è “concettualmente sbagliata l’insistenza da parte dell’amministrazione di continuare a “frazionare” il paese in lotti progettuali tra loro separati. Lo sviluppo di Rosignano Solvay ha da sempre patito la divisione rappresentata dalla ferrovia che spacca il paese a metà in senso est-ovest, divisione aggravata da scelte urbanistiche fatte in seguito, in primis la pista ciclabile sull’Aurelia. La ciclabile è scarsamente utilizzata e ha solo penalizzato i commercianti di zona, Piazza della Repubblica, presentata come la nuova Agorà, è sempre vuota e la incomprensibile struttura rossa è stata destinata ad un uso diverso da quello per cui era stata pensata, ospitando realtà associative molto interessanti ma che meriterebbero una sede ben più idonea”.
Secondo Rosignano nel Cuore “la seconda grande perplessità sullo studio riguarda le tipologie di interventi: si parla di aggiustare e ampliare delle zone di verde pubblico, di creare nuovi parcheggi su terreni ad oggi privati, di incentivare il rialzo di un piano delle abitazioni più vicine alla linea costiera e di pensare ad un loggiato per l’attuale piazza Monte alla Rena. Ci domandiamo se fosse davvero necessario spendere 130.000 euro per arrivare a proporre degli interventi che in parte dovrebbero essere alla base di ogni manutenzione ordinaria (quelli di miglioramento del verde pubblico), e in parte sono incerti poiché prevedono un’interazione con i privati. E se i privati decidessero di non partecipare a questa rigenerazione? Cosa rimarrebbe del costoso studio?”.
Infine la stoccata politica in vista delle prossime elezioni amministrative: “Noi crediamo in una visione di insieme del territorio che non ha bisogno di costosi e lunghissimi studi affidati a professionisti esterni. Noi abbiamo in mente un paese funzionale, bello da vivere tutto l’anno che vada a superare quelle fratture urbanistiche create nei decenni passati”.