“Credo sia giusto che le persone sappiano che non è stata la stanchezza, o almeno non solo quella, a farmi decidere di dare le dimissioni da presidente della Pro Loco di Rosignano Solvay”. Alessandra Quilici, che con un lungo post su Fb ha comunicato ufficialmente la sua uscita dall’associazione di promozione del territorio, ci tiene a sottolineare le sue motivazioni. Ma soprattutto vuole incitare i cittadini di Rosignano Solvay a partecipare alla vita della frazione, “associandosi alla Pro Loco e diventando parte attiva nell’organizzazione di iniziative”. E ci tiene a rivolgere un augurio a Rosignano Solvay, “quello di rinascere, perché è un paese grande e con tante possibilità, dove la partecipazione agli eventi locali fino ad alcuni anni fa era molto sentita“.
Allora perché, viene da chiedersi, Quilici ha deciso di lasciare la Pro Loco? “Non è certo soltanto per la stanchezza fisica – spiega –, anche perché il mio mandato sarebbe comunque terminato nel 2024. I cittadini sanno quanto io tenga alla vita del paese e quanti progetti abbiamo ideato e organizzato con i componenti della Pro Loco. E devo dire che le persone, tra cui tanti turisti, ci hanno sempre ringraziato per le attività proposte. Diciamo che mi sono arresa a una doppia evidenza: da una parte è sempre più difficile che le persone partecipino attivamente all’organizzazione degli eventi e dall’altra le istituzioni non aiutano le associazioni che vogliono rivitalizzare la zona“.
Queste le convinzioni che hanno portato Quilici, che insieme a vari amici nel 2014 ha creato il gruppo Io amo Rosignano Solvay e rifondato la Pro Loco per poi diventarne la presidente nel 2017, ad abbandonare l’associazione. “C’è una frase che ho sentito ripetere troppe volte in questi anni – termina l’ex presidente – e che ho riportato anche nel post su Fb: “È sempre stato così”. Ecco, questa è una frase che passa di generazione in generazione e a cui adesso mi sono arresa”.
Nonostante il passo indietro rispetto alle attività della Pro Loco, Quilici insiste nello spronare i cittadini a “ritrovare quel senso di comunità e partecipazione che è essenziale per far tornare a vivere Rosignano Solvay”.