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Emozioni e ricordi per Franco Setti, va in pensione il referente della Protezione civile intercomunale: “Quante notti sveglio a controllare pluviometri e previsioni del tempo”

Franco Setti e Susanna Berti

D’ora in poi si dedicherà alla fotografia, alle camminate e ad affinare la precisione strategica del bridge, a cui si è appassionato negli ultimi anni. Certo, è consapevole che non smetterà, magari anche soltanto in modo inconscio, di prestare attenzione a rischi ambientali e previsioni del tempo. Non sarà certo la pensione a sopire tutto a un tratto l’interesse di Franco Setti per la Protezione civile.

Dopo 41 anni di attività all’interno del Comune di Rosignano Marittimo, lunedì 31 luglio sarà il suo ultimo giorno di lavoro. Lui che dal 2015 è il referente per il Comune di Rosignano Marittimo del Centro intercomunale di Protezione civile della Bassa Val di Cecina di emergenze ne ha affrontate e gestite molte. “Ho passato tante notti sveglio – racconta – a controllare i pluviometri e i livelli dei corsi d’acqua del territorio; in certi casi c’erano scelte difficili da fare che riguardavano l’intera struttura della Protezione civile intercomunale e non è sempre semplice decidere se e come dare un allarme alla popolazione”.

Setti non è tipo che esterna troppo le proprie emozioni, tanto da riuscire a nascondere un’innata timidezza dietro una sorta di razionale severità. Eppure ammette che di situazioni difficili, di quelle in cui si mischiano senso del dovere e timore per un’intera comunità, ne ha vissute parecchie. “Ricordo la nevicata del 2012 – racconta -, quando tenemmo aperto il C.O.C. (Centro operativo comunale) per dodici giorni; c’erano tante famiglie rimaste senza energia elettrica e strade raggiungibili soltanto usando mezzi cingolati. Poi c’è stata la piena del Cecina nel 2014, quando ero viceresponsabile di quello che allora era il Centro intercomunale di Protezione civile per le zone livornesi e pisane della Val di Cecina. Per non parlare dell’ultima tromba d’aria che si è abbattuta su Rosignano Solvay nel settembre 2020: quei giorni mi restano davvero impressi nella mente anche perché oltre alla devastazione ci sono state persone ferite, e di svariati incendi boschivi in cui sono stato direttore delle operazioni di spegnimento.

Interesse e competenze di Franco Setti per la Protezione civile sono aumentati nel corso degli anni. Dopo il diploma e un paio d’anni di lavori stagionali, nel 1982 ha vinto un concorso in Comune come agente di polizia municipale. “Nove anni dopo – ricorda – sono passato all’ufficio ambiente, occupandomi prima della parte amministrativa e poi anche di educazione ambientale. Come Comune avevamo creato un gruppo di lavoro con Rea, Coop, Arpat e Asa per avviare incontri nelle scuole e corsi per le insegnanti. Nel 1992 è nato un primo nucleo di Protezione civile e ho cominciato a interessarmi a questo settore, fino a quando poco dopo mi sono trovato a sostituire la persona che era addetta alla Protezione civile per Rosignano”. Da allora Setti non ha più smesso di interessarsi a prevenzione e gestione di rischi ambientali ed emergenze. Nel 2005 è diventato viceresponsabile del primo Centro intercomunale per l’intera Val di Cecina e dieci anni dopo gli è stato affidato il ruolo di referente per il Comune di Rosignano Marittimo e dell’Ufficio Comune del Centro intercomunale della parte livornese, sotto la responsabilità dell’ingegnera Susanna Berti (con Setti nella foto in apertura dell’articolo). “Non è stato soltanto il mio lavoro – dice -, la Protezione civile è un ambito a cui mi sono appassionato anche in considerazione dei rischi che presenta il nostro territorio. Ho sempre considerato essenziale non soltanto gestire le emergenze, ma organizzare bene l’informazione ai cittadini e la formazione nelle scuole. Negli ultimi anni la Protezione civile si è dotata di una serie di canali, dal materiale cartaceo ai social, per tenere sempre aggiornate le persone. E questo lo considero molto positivo”.

Trascorso oltre un mese di ferie arretrate, Setti ha deciso che il 31 luglio andrà in ufficio per l’ultimo giorno di lavoro. “Sono stato fortunato – termina – perché con i colleghi ho avuto sempre un buon rapporto e abbiamo creato una squadra affiatata. Non nego che la fine di questa avventura mi genera un po’ di emozione, soprattutto perché il mio lavoro mi piaceva e l’ho fatto con passione. Di certo, dopo essermi goduto un po’ di riposo, andrò a dare una mano in qualche associazione di volontariato, naturalmente nel settore della Protezione civile.

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