“Non ho assolutamente nulla contro l’introduzione della figura degli infermieri nel sistema, ma credo fermamente che il nuovo modello di emergenza-urgenza crei problemi di sicurezza per i cittadini“. Nicola Di Paco, presidente Anpas della provincia di Livorno, è stato il primo, agli inizi di agosto, a lanciare l’allarme sulla riorganizzazione delle ambulanze del 118 prospettata dalla Regione Toscana.
Un nuovo modello che secondo il presidente provinciale Anpas porterà problemi, soprattutto su territori distanti dalle sedi dei pronto soccorso. “Deve essere molto chiaro – sottolinea – che per le associazioni che gestiscono le emergenze che permanga il sistema attuale o invece sia inserito quello nuovo non cambia assolutamente nulla a livello economico. Con il nuovo modello le associazioni non perdono neanche un euro, dato che percepiscono le stesse cifre per il servizio di stand by”.
Una precisazione che Di Paco vuol fare proprio per far comprendere all’opinione pubblica che la sua contrarietà al modello incentrata sull’entrata in funzione di auto mediche si basa su una valutazione riguardante la sicurezza dei cittadini. “Sono assolutamente contrario – insiste – a questo nuovo modello, se i numeri sono quelli prospettati finora dalla Regione. Ad oggi nell’area di Livorno ci sono otto ambulanze con medico (e sulla base di un accordo di tre anni fa dovevano essere nove), mentre la riforma porterebbe a nove auto mediche in totale su due territori: Pisa e Livorno. È evidente che si creeranno problemi di sicurezza, magari non nelle città che sono agglomerate attorno a un pronto soccorso: in tal caso va bene il modello con automedica. Ma i problemi saranno importanti in territori come il nostro, dove è a forte rischio il mantenimento della postazione medicalizzata e ci sono interi paesi a oltre venti minuti dal primo pronto soccorso“.
Secondo Di Paco, “prima di avviare qualunque riforma, si dovrebbe fare una corretta valutazione anche delle emergenze tempo-dipendenti”. Infine il presidente provinciale Anpas ricorda che “viste le difficoltà in cui si trovano in pronto soccorso, la presenza dei medici sulle ambulanze è essenziale anche come filtro per evitare accessi impropri in ospedale. Il medico non applica protocolli, ma gestisce la persona in emergenza e spesso decide di tenerla a casa e prevedere una cura”.