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L’appello dei genitori di Castelnuovo: “Aiutateci a salvare la scuola materna del paese”

i rappresentanti di classe della scuola materna paritaria di castelnuovo della misericordia da sinistra lucia guida francesco valori sara plaia • TUTTIGIORNI

Il loro timore è che la scuola materna parificata chiuda per sempre. “Sono quasi cinquant’anni che questo asilo è attivo in paese, qui sono cresciute tante generazioni. La nostra frazione sta perdendo i servizi per i cittadini, rischia di trasformarsi in un paese dormitorio. Se chiudesse anche questa scuola sarebbe un altro duro colpo per la comunità“. A parlare sono i genitori rappresentanti di classe della scuola paritaria dell’infanzia ospitata nella struttura che fa capo alla congregazione delle Figlie del Crocifisso. L’immobile, nel centro di Castelnuovo della Misericordia, ospita una casa-famiglia e, al piano terreno, la scuola materna. Ambedue le attività vengono gestite dalla cooperativa Il Simbolo di Pisa.

L’asilo, destinato ai bambini da 3 a 6 anni, ha visto una diminuzione di iscritti. “Ed è per questo – spiega Francesco Valori –, uno dei rappresentanti di classe – che la cooperativa Il Simbolo a fine anno scolastico ha ventilato l’ipotesi che l’asilo non riapra il prossimo settembre”. Una possibilità che i genitori dei piccoli iscritti rigettano con forza, chiedendo l’intervento dell’amministrazione. “Le insegnanti sono brave – spiega Lucia Guida, un’altra rappresentate di classe –, i nostri figli si trovano bene. Viste le difficoltà a far restare aperta la struttura, noi genitori oltre a pagare la retta ci siamo autotassati per garantire altre attività ai nostri bambini e ci siamo occupati direttamente di alcune attività, come ad esempio la manutenzione del giardino. Siamo disposti a continuare in questo modo, ma non possono dirci che l’asilo chiuderà“.

Tutto è legato al numero di iscritti alla scuola materna paritaria di Castelnuovo della Misericordia. Nell’anno scolastico appena terminato i bambini erano dodici, riuniti in una sola classe. “Per il prossimo anno – sottolinea Valori – le iscrizioni non sono ancora chiuse, ma dovrebbero esserci da sei a nove bambini”. Troppo pochi per la cooperativa Il Simbolo, che ha spiegato ai genitori di non rientrare nei costi di gestione. Un problema analogo si è presentato due anni fa. “In quel caso – spiega Sara Plaia, un’altra rappresentate dei genitori – siamo riusciti a salvare il servizio, rivolgendoci anche all’amministrazione comunale. Comune e coop Il Simbolo, lo scorso settembre, ci avevano garantito che sarebbe stato avviato un tavolo di trattativa per capire come mandare avanti l’attività della scuola materna. Ma da allora non siamo stati più contattati. Abbiamo mandato una serie di Pec sia al Comune che alla cooperativa, ma non siamo stati più contattati”.

Ecco che i genitori temono che il prossimo settembre il servizio non sia garantito. “La cooperativa Il Simbolo – spiega Valori – ci ha detto più volte che, diminuendo il numero di iscritti, non ha adeguati guadagni dalla gestione dell’asilo. Per risolvere questo problema, due anni fa siamo andati a parlare con alcune cooperative locali che gestiscono servizi per l’infanzia, che sarebbero state ben felici di occuparsi della scuola materna di Castelnuovo. Abbiamo notato però che non c’è stata una vera collaborazione né da parte del Comune né da parte della Congregazione delle Figlie del Crocifisso, l’ordine a cui fa capo la struttura che ospita asilo e casa-famiglia”.

Così, in vista del nuovo anno scolastico, le famiglie dei bambini che frequentano la scuola materna tornano a rivolgersi all’amministrazione. E lanciano un appello ai residenti della frazione collinare. “Se la scuola materna di Castelnuovo dovesse chiudere – dicono Valori, Guida e Plaia – i bambini dai 3 ai 6 anni dovrebbero andare a frequentare le strutture di Nibbiaia o di Rosignano Marittimo. A parte la scomodità, quel che salta agli occhi è che perdendo anche l’asilo Castelnuovo si trasformerebbe sempre di più in un paese fantasma. Dieci anni fa c’erano tutti i servizi necessari per i residenti, adesso non è rimasto nulla: non c’è una banca, la posta fa orari molto ridotti. Chiudere anche l’asilo significa dare al paese la mazzata finale“.

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