In vendita il magazzino del pesce sul lungomare di Caletta. A dirla così parrebbe informazione di poco conto, ma per la gente del posto e per i turisti habitué della costa quello non è semplicemente un locale dove si accumulano rezzagli e ami, ma un luogo simbolo della storia di Castiglioncello. Nella seconda metà dell’Ottocento ha accolto le reti di Ernesto Simoncini, detto il Pipi. Un epiteto memorabile, che gli venne affibbiato quando sul lungomare tra i Pungenti e Caletta era di casa anche lo scrittore Renato Fucini, che a Castiglioncello trascorreva le estati a calare i palamiti con gli amici del posto. Ed è proprio Neri Tanfucio (pseudonimo di Renato Fucini) che ha reso celebre la figura di Simoncini nella sua novella “I dentici del Pipi”.
Dopo Ernesto è arrivato il figlio Ivano, anche lui pescatore scorbutico e sopraffino. Infine il magazzino è passato a Mirko Ulivieri, che, dopo essere cresciuto tra le reti di Ivano, ha rilevato il locale. Ed è bastato che una ventina di anni fa scrivesse sul grande portone verde a pochi passi dal mare la frase “Arrivo pesce 11.30 tempo permettendo, se ritardo fate come volete” per ridestare la curiosità verso lo storico magazzino, diventato una sorta di salotto esposto al salmastro. Fino a pochi anni fa da Mirko non solo era possibile trovare pesce freschissimo, ma anche fermarsi a chiacchiera con gli amici per discutere del meteo o di politica.


(gentilmente concesse da www.lungomarecastiglioncello.it)
Anche se a malincuore, Ulivieri ha deciso di mettere in vendita la struttura. “Da un paio di anni ho trasferito la barca a Cecina – spiega –, dato che non ho avuto supporto dall’amministrazione per poter mantenere il posto al porto di Rosignano. Per questo mi sono dovuto allontanare e non ce la faccio più a gestire anche questo magazzino, che sono costretto a mettere in vendita. Rientro dalla pesca quasi all’ora di pranzo e non è possibile venire ogni giorno qui a vendere il pesce al dettaglio o usare il magazzino per riporre le reti. Non sono più giovane, è una cosa stancante. Oltretutto da quando noi pescatori non abbiamo un appoggio in zona il mercato della vendita al dettaglio è praticamente finito”. Certo, Ulivieri si rende conto che mettere sul mercato il magazzino è un po’ come stendere un velo opaco sulla storia di Castiglioncello. “Mi dispiace così tanto – dice – perché per me ha un valore affettivo personale, oltre che storico: ci ho passato l’infanzia, ho imparato i trucchi del mestiere con Ivano e poi ho rilevato il suo locale. Ma la pesca è un settore in forte crisi e io non ho più l’energia per stare dietro a questo posto”.
