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La storia di Zeb, quel “ragazzone” con i capelli rossi che ha fatto del rugby uno stile di vita

spiegazione soprannome zeb • TUTTIGIORNI

“Quando ero ragazzo per socializzare ci riunivamo al bar. Io abitavo lungo la via Aurelia e il mio locale di riferimento era il bar Jolly“. Ed è proprio lì, alla fine degli anni Settanta, che Gianni Carugi è diventato Zeb. Un soprannome che gli è rimasto incollato addosso e di cui va fiero, perché è il simbolo delle amicizie spensierate dell’adolescenza. “Da ragazzo ero già un “omone” – racconta Carugi –, con i capelli rossi e ricci e i baffi lunghi. Il soprannome per cui tutti mi conoscono deriva dalle caratteristiche fisiche che avevo già da adolescente. Me lo hanno dato degli amici più grandi di me che al tempo frequentavano il bar Jolly, perché somigliavo a Zeb Macahan, il protagonista della serie tv “Alla conquista del west” che è andata in onda fino al 1979″.

zeb al campo falchini • TUTTIGIORNI
Gianni Carugi “Zeb” in una foto recente al campo Falchini al Lillatro

Classe 1962, a sedici anni Zeb era già alto 1 metro e 90 centimetri. Come tutti gli adolescenti aveva energia da vendere e un carattere particolarmente reattivo. Avrebbe potuto cominciare a tirare calci a un pallone, come tanti suoi coetanei del tempo. Invece ha scelto il rugby. O forse è meglio dire che il rugby ha scelto Zeb. “Il primo allenamento – ricorda con un grande sorriso stampato sul volto – l’ho fatto a 16 anni al Lillatro, quando il campo usato anche per il rugby era dalla parte opposta rispetto a dove si trova adesso. Per me è stato amore a prima vista, il rugby mi ha affascinato da subito”. Un fascino a cui Carugi non ha saputo resistere e che tutt’ora lo porta a impiegare il suo tempo libero nella gestione degli Amatori rugby Rosignano, di cui è presidente ormai da anni.

Con la palla ovale Zeb ha fatto un percorso sui campi da gioco, per poi diventare allenatore. “Nel 1983 – racconta – ho fatto il primo allenamento nella squadra del Rugby Rosignano. Poi le due stagioni successive ho giocato nel Cecina rugby che allora era in serie B”. L’anno dopo il ritorno a Rosignano, “dove sono rimasto fino al 1991. A quel tempo la sede del rugby locale era a casa mia, dove facevamo anche le riunioni”. Grandi soddisfazioni sono arrivate a partire dal campionato 1991-1992, quando Zeb è andato a giocare a Livorno. “La squadra – racconta – militava tra la serie A1 e A2. Con loro ho fatto nove campionati, fino al 2001. Sono stati anni bellissimi, dal punto di vista sportivo e umano. Ho dei ricordi che ancora mi emozionano. A fine carriera Carugi è tornato a Cecina, ancora in serie B, dove è rimasto in squadra fino al 2004.

A 42 anni ha smesso di giocare, ma la sua passione per la palla ovale non è mai scemata. Così ha contribuito alla rinascita del Rugby Rosignano. “La società Amatori Rugby Rosignano – dice –  è nata nel 2008 per insegnare il gioco del rugby a bambini e ragazzi. Il rugby non è solo uno sport, ha una filosofia ben definita da rispettare”. Adesso il Rugby Rosignano conta novanta iscritti e, soprattutto, per il campionato 2022-2023 Zeb è riuscito a formare una squadra di serie C. “Si chiama “Livorno cadetta” – spiega – perché il progetto è legato a un accordo tra le società della palla ovale di Rosignano e Livorno, ma i giocatori sono praticamente tutti del Rosignano. Da ottobre il campo Falchini al Lillatro ospiterà le partite di campionato, è un sogno che si avvera.

Un sogno sportivo, ma anche un progetto di socialità. “Il rugby – termina Zeb – è qualcosa di particolare, ogni partita dà un’emozione diversa. C’è il combattimento sportivo che è basato sul piano fisico ma anche su quello mentale. L’aspetto più bello di questo sport è sì fare meta, ma è ancora più bello il gioco di squadra, il fatto che tutti i ragazzi in campo siano uniti per un obiettivo. Quello che ancora oggi, a 60 anni, mi affascina del rugby sono la collaborazione e la socialità. Ed è questo che vorrei che la società Amatori Rugby Rosignano riuscisse a trasmettere ai ragazzi.

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