Il messaggio che le attività commerciali non riescono a trovare personale per la stagione turistica perché offrono paghe “da fame” proprio non lo condividono. Anzi, sottolineano che, almeno per quanto riguarda la Costa Etrusca, si tratta di una teoria “sbagliata e fuorviante, oltretutto non stimola i giovani a venire a proporre la propria candidatura”.
Simone e Federico Garzelli sono i titolari di due note attività ricettive del territorio: i bagni Tirreno, ristorante e stabilimento balneare sul lungomare tra Caletta e Portovecchio, e la locanda Garzelli a Quercianella. “Da anni – spiegano -, prima della stagione turistica, le attività hanno difficoltà a trovare personale e, puntualmente, anche attraverso i media, passa il messaggio che ciò sia dovuto alle paghe bassissime e ad orari di lavoro inaccettabili. Non è assolutamente così; al giorno d’oggi chi prende personale al lavoro deve rispettare le norme, non è possibile non farlo”.
I fratelli Garzelli prendono le difese dei tanti imprenditori locali impegnati nel settore del turismo e della ricettività. “Mi sento di dire – spiega Simone Garzelli – che la maggior parte delle attività della zona segue i contratti di lavoro. Non c’è alcuno sfruttamento dei dipendenti, non è possibile continuare a credere che i giovani non lavorano in estate perché vengono pagati 3 euro l’ora. Ma scherziamo? Nessuno sfrutta nessuno”.
Anche i Garzelli, in vista della stagione estiva 2023, stanno cercando personale in cucina e in sala. “Addirittura – sottolinea Simone – abbiamo avuto difficoltà a trovare bagnini per lo stabilimento. Eppure è strano perché i corsi per ottenere il brevetto sono sempre molto frequentati, poi però evidentemente i ragazzi che lo ottengono preferiscono non fare quel lavoro”. Garzelli garantisce che quella dell’assistente ai bagnati, come del resto quella di chi lavora nei ristoranti per la stagione, “è una attività con stipendi regolari. Noi applichiamo i contratti nazionali, che prevedono paghe adeguate, e oltre al giorno di riposo settimanale diamo anche almeno un’altra mezza giornata libera. Non solo, paghiamo regolarmente gli straordinari, anche come incentivo a lavorare con cura e impegno. Come noi fanno la maggioranza dei titolari di attività ricettive della zona. È il caso di smettere di parlare di sfruttamento del lavoro stagionale”.