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Nato il Comitato Tutela Secche di Vada, il presidente Cai: “Vogliamo un’area di salvaguardia dell’habitat marino”

Nato il Comitato Tutela Secche di Vada

Ottenere che l’area delle Secche di Vada diventi un Sito di Interesse Comunitario (SIC) inserito nella rete di siti marini Natura 2000 e salvaguardare l’habitat delle secche, sensibilizzando i fruitori del mare e realizzando microaree di controllo per coralligeno e posidonia. Con questi due obiettivi sabato 18 novembre 2023 il Comitato Tutela Secche Vada (CTSV), appena costituito, si è presentato ai cittadini durante un incontro organizzato nella zona delle casette dei pescatori, sulla spiaggia di Vada. Ne fanno parte l’associazione Salviamo le Secche di Vada, Cala del Riccio diving center, Asd 7 Perle, Casm, Circolo Nautico Foce Cecina, Circolo Canottieri Solvay, Circolo Nautico Vadese, associazione Casette dei pescatori, Circolo La Bucaccia.

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Presidente del comitato è Simone Cai (Cala del Riccio diving), che a fine ottobre 2023 ha presentato in Comune uno studio su coralligeno e posidonia nell’area delle Secche di Vada, effettuato con il biologo marino Ugo Nesti (Asd 7 Perle). Vicepresidente è Marco Gennai (ass. Secche di Vada); segretario Yuri Colombini (Circolo Canottieri); consiglieri Anna Montanino (Circolo Nautico Foce Cecina), Roberto Cecchini (Casm), Renato Galeotti (Casine dei Pescatori, Circolo Nautico Vadese e Circolo Bucaccia). Un gruppo eterogeneo che, come ha spiegato Cai, ha un traguardo ben definito: “Vogliamo creare un parco o un’area marina di salvaguardia, con zone di ripopolamento dei pesci, dove non sia assolutamente impedito ai pescatori professionisti di lavorare“. Non solo, una volta creato il SIC Secche di Vada, il neonato comitato ipotizza che “possa rientrare nel Parco dei Monti Livornesi, che ha già delineate le normative per la parte costiera”.

Colombini ha riassunto il lungo percorso per arrivare alla costituzione del Comitato Tutela Secche Vada: “La onlus Salviamo le Secche, grazie alla consulenza della ditta Tecnoreef che opera su scala internazionale, ha presentato vari anni fa un progetto al Comune. Era prevista l’installazione di tripodi di cemento in fondo al mare che si sarebbero aperti così da impedire i danni legati alle reti da strascico. Erano previste anche nursery artificiali per garantire la crescita degli avannotti e un sistema di boe per evitare l’ancoraggio delle barche al fondale. Un progetto per cui avevamo il supporto della Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) e dell’Università di Pisa, che però, dopo svariati incontri, l’amministrazione comunale ha bocciato. Speriamo che le istituzioni tornino a valutare questo percorso”.

Il Comitato Tutela Secche di Vada ha in programma di tornare a presentare il progetto, chiaramente rivisto sulla base delle norme previste per i siti marini di interesse. Da qui, l’intenzione di lavorare con l’amministrazione per ottenere il riconoscimento del SIC Secche di Vada. “Abbiamo la responsabilità – ha terminato Cai – di gestire un patrimonio unico in Italia, come è quello delle Secche di Vada. Pensiamo di aprire il progetto anche ad altri soggetti, tra i quali la società Solvay così da capire se ci sono possibilità di collaborazione”.

Al termine della presentazione, hanno preso la parola anche Claudio Marabotti ed Elisa Becherini, rispettivamente esponenti di Rosignano nel Cuore e Movimento 5 Stelle, ringraziando il comitato per l’attività che porta avanti e assicurando una collaborazione fattiva con l’intento di ottenere dal Comune la velocizzazione del percorso di nascita del SIC e la concretizzazione dell’area di salvaguardia delle Secche.

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