“Quello che viene richiesto è un servizio che può offrire uno stabilimento balneare, che per legge deve avere una serie di servizi minimi. Servizi che, vista la superficie dell’arenile, non possono essere offerti presso gli attuali Punti azzurri“. Questa, in sintesi, la risposta del sindaco di Rosignano, Daniele Donati, alla petizione che un gruppo di cittadini e residenti di Vada ha inviato al Comune per chiedere il ripristino della vecchia concessione demaniale.
Donati analizza la normativa in modo dettagliato, così da spiegare ai firmatari le motivazioni della decisione dell’amministrazione locale: “Uno stabilimento deve avere – spiega –, secondo quanto disposto dal Testo Unico regionale per il turismo, legge regionale 86/2016 e successive modifiche, anche una serie di servizi minimi, parametrati rispetto ai punti ombra, servizi che tuttavia, per carenza di spazi, non possono essere offerti presso gli attuali punti azzurri”.
Il sindaco sottolinea inoltre che “la trasformazione dei Punti azzurri in stabilimento balneare non è prevista dal vigente Piano
operativo del Demanio e non sarebbe neanche ammissibile poiché in contrasto con le direttive del PIT (Piano di indirizzo territoriale, ndr) –scheda numero 4 del sistema costiero “. Donati, citando la normativa, prosegue spiegando che “il PIT con valenza di Piano paesaggistico si pone l’obiettivo, e lo pone anche ai Comuni nel cui territorio ricadono aree vincolate, di “favorire la fruizione pubblica sostenibile dei territori costieri e la ricostituzione della conformazione naturale dei territori costieri interessati da processi di antropizzazione””.
Sempre riportando le prescrizioni del PIT, Donati sottolinea come “dispone di limitare la realizzazione e l’ampliamento di strutture e manufatti legati al turismo balneare, privilegiando il recupero e la riqualificazione di quelli esistenti, anche attraverso l’eventuale delocalizzazione/arretramento rispetto alla linea di battigia, al fine di salvaguardare il significativo sistema ambientale”. Non solo, lo stesso PIT, “ha posto, tra le altre, la specifica prescrizione che non possa sussistere un “incremento complessivamente maggiore del 10% della superficie coperta delle strutture edilizie esistenti”.
Il sindaco fa infine notare che “oltretutto l’area sulla quale sorgono i Punti azzurri è interessata da un forte fenomeno erosivo, fattore decisivo per rendere non sostenibile dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, l’ampliamento delle attuali strutture per trasformarle in uno stabilimento balneare”. Da qui l’impossibilità di prevedere un utilizzo dei Punti azzurri di Vada come stabilimento balneare.
“La modalità di gestione degli arenili riferita dal gruppo di cittadini – termina Donati – non essendo contemplata dal Testo Unico sul turismo, non poteva essere riproposta in sede di bando poiché di fatto, andrebbe a eludere gli standard minimi dei servizi previsti dalla normativa regionale per gli stabilimenti balneari”.