Pubblichiamo di seguito un intervento inviato dal segretario dell’Unione Pd di Rosignano Marittimo, Margherita Pia, in merito alla riorganizzazione del servizio di emergenza-urgenza che l’azienda Usl Toscana nord-ovest sta definendo anche per la zona delle Valli etrusche:

“Lo stato di benessere e la coesione di un territorio si realizzano nella capacità di chi ha responsabilità di governo di garantire crescita e benessere economico e sociale. Per questo motivo hanno assoluta rilevanza la diffusione e l’efficienza dei servizi di base per i cittadini.
La Regione Toscana già dal 2011, con la Legge regionale “Norme sul sistema delle autonomie locali” del 27 dicembre 2011, n. 68, ha approvato una classifica dei Comuni marginali, secondo una “graduatoria del disagio”, classifica che individua dove è necessario impegnarsi per sostenere lo sviluppo sociale e civile, garantire i servizi di prossimità. Nel classificare il disagio, la Regione definisce tale stato in base ad una serie di indicatori economici e sociali, in cui mancano però quelli relativi alle condizioni geografiche.
Su 16 comuni delle valli etrusche, sono collocati nella fascia di maggior disagio ben 9 comuni, cioè oltre il 50%, altri 2 nella fascia 50-75%; solo 5 comuni (Cecina, Rosignano, Piombino, Campiglia e Castagneto Carducci), hanno un indice di disagio minore. Siamo di fronte ad un territorio che presenta evidenti forme di disagio e marginalità soprattutto, nel settore dei servizi ai cittadini: sanità, scuola, sociale, per arrivare infine, in alcune realtà, alla chiusura degli sportelli postali o bancari sempre più frequentemente.
E’ in questo contesto che si inserisce e va inquadrata la riforma del servizio 118, perché ogni riforma va collocata nel contesto sociale, economico e territoriale, in cui si deve applicare; non può essere neutra, né universale. E’ proprio dal mancato riconoscimento della diversità delle realtà territoriali (la pianura è diversa dalla collina e dalla montagna, le città dai paesi, l’insediamento sparso da quello accentrato), che la riforma dei servizi di emergenza ed urgenza, in questo territorio, ha difficoltà ad essere definita ed approvata.
Forse ciò dipende anche da una cultura di governo regionale che possiamo definire, ancora oggi, “granducale”: una cultura per cui, nella storia di questa nostra Toscana, si è ritenuto i nostri territori quasi sempre funzionali alle esigenze degli interessi urbani e metropolitani; dall’andare al mare, dal fruire della qualità ambientale a fronte delle problematicità dei centri urbani e delle aree metropolitane.
Come segretario del Pd di Rosignano Marittimo, in forza delle linee politiche del partito che mettono al centro la tutela dei diritti civili e sociali e dell’ambiente, non posso che ribadire perplessità e contrarietà alle attuali proposte di riforma del servizio 118 così come sono state presentate, perché non tengono conto delle caratteristiche del territorio sopra descritte e della fortissima variazione di presenze nel periodo estivo.
Le eccezioni ad un modello unico, su tutto il territorio toscano, non sono espressione di cedevolezza amministrativa, ma, al contrario, di una valutazione ponderata dei bisogni dei territori”.