Impegno e fiducia nel suo sogno di bambino, così Emiliano Gronchi è arrivato ad allenare i portieri della Nazionale di calcio amputati ed è diventato direttore di Talent Keeper Toscana

Cercare il proprio spazio tra i pali, spostando di continuo lo sguardo per tentare di difendere la porta. Gli piaceva da bambino, quando con gli amici giocava a calcio sulla strada davanti casa, e ancora oggi è la sua passione. Tanto che ormai da molti anni ne ha fatto una professione, che lo ha portato a diventare allenatore dei portieri per i settori giovanili di squadre come il Pontedera, il Livorno, il Pisa, e da un paio d’anni l’Empoli, per cui tuttora segue l’Under 10 e l’Under 14. Non solo, perché fino al 2018, è stato anche il responsabile degli allenamenti dei portieri della Nazionale italiana di calcio amputati.

Trent’anni in attacco, con il sogno di stare tra i pali

Insomma Emiliano Gronchi, rosignanese doc che a giugno prossimo compirà 50 anni, ha consumato i guantoni sui campi di calcio di mezza Italia. Ma il suo sogno nel cassetto, non si vergogna ad ammetterlo, è diventare il presidente della squadra di casa propria, i biancoblù. “Che ci devo fare – sorride mentre si stringe nelle spalle -, da piccolo mio nonno e mio babbo mi portavano sempre a vedere le partite del Rosignano. Non ho problemi a dire che è la squadra che mi è rimasta nel cuore, e non è detto che in futuro non possa realizzare il mio desiderio di ragazzino”.

Intanto Gronchi, che si occupa anche della gioielleria di famiglia, assicura che non è stato semplice diventare preparatore dei portieri. Ricorda che da piccolo, nonostante avesse una passione per questo ruolo, non gli è mai stato assegnato. “A 11 anni – racconta – ho cominciato a giocare nel Rosignano, mi ricordo che quando chiedevano chi volesse fare il portiere io alzavo la mano. Purtroppo ero basso, quindi non mi accontentarono. Di contro, però, ero veloce e furbo, così ho giocato come attaccante in una serie lunghissima di squadre della zona, dal Vada al Castellina, ma anche nell’Aics, nell’Estudiantes, nel Marina, nella Pro Livorno e nel Riparbella”.

Decine di corsi per diventare preparatore dei portieri

Nel 2005 ha deciso di rispolverare la sua grande passione, mettendosi alla prova: Ho smesso di giocare e mi sono iscritto a un corso per allenare i portieri che si teneva a Pescara. Poi sono andato a Brescia per un master, poi alla Juventus soccer school”. Da allora Emiliano Gronchi non ha mai smesso di allenare quella che in gergo calcistico viene chiamata “l’estrema difesa”. “Sono stato cinque stagioni al Rosignano 6 Rose – ricorda – dove seguivo dagli Allievi regionali alla scuola calcio. Dopo varie esperienze in società dilettanti sulla costa e nel Pisano, l’esperienza nei settori giovanili di società professionistiche: Livorno, Pontedera, Pisa e da due anni ’Empoli”.

Un Mondiale e un Europeo con la Nazionale calcio amputati

Nel 2014 un’esperienza che gli ha cambiato la vita. A quel tempo Gronchi era responsabile dei portieri per la società Apige di Livorno e fu contattato da Daniel Priami, portiere livornese a cui nel 2013 è stato amputato il braccio destro a seguito di un incidente in campo. “Mi chiese se potevo aiutarlo negli allenamenti – dice Gronchi – e poi mi sollecitò a diventare allenatore della Nazionale amputati. Con loro ho fatto un Europeo e un Mondiale e devo dire che è stata una esperienza meravigliosa, che mi ha formato come uomo oltre che come allenatore. Nel 2018 ho dovuto lasciare l’incarico, perché avevo davvero troppi impegni e anche perché mi è sembrato giusto dare l’opportunità di vivere quell’esperienza ad altri colleghi che stimo”. Un rapporto, quello con Priami, che nel frattempo è diventato a sua volta preparatore di portieri, che non si è mai interrotto. “Continuo a seguirlo – prosegue – in sessioni private”.

La curiosità di scoprire nuovi talenti

Nel frattempo il rosignanese è diventato anche direttore tecnico della scuola formativa Talent Keeper Toscana, costola dell’associazione nazionale riconosciuta dal Coni. Non solo, negli anni ha allenato privatamente anche un portiere della Nazionale femminile ed altri portieri che militano tra i professionisti. “Anche questa – termina Gronchi – è una attività a cui tengo molto, il calcio femminile è interessante ed è un settore in grande crescita”.

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